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L’Adda tra archeologia industriale e meraviglie naturali
Il fiume Adda è lungo 313 chilometri e il suo corso è costellato da paesaggi mozzafiato, ma anche da testimonianze di secoli di storia umana. Per questo sono stati ideati percorsi ciclopedonali che lo costeggiano e permettono la visita, a piedi o in bici (molto consigliata) per scoprirne i luoghi di interesse storico e naturalistico.
Sulle rive dell'Adda: 4 tappe lungo il fiume tra storia e natura
Imbersago
La prima località da visitare è Imbersago. Questo sito fu inserito molte volte da Leonardo nei suoi scritti. Infatti il grande genio di Firenze frequentò molto il fiume Adda ed è qui che mise a punto una sorta di traghetto. Lo strano mezzo di trasporto, tramite una sorta di tiranti, permette la traversata verso Villa d’Adda e ritorno sfruttando le correnti del fiume stesso.
Il traghetto leonardesco, dal ‘500 in poi, era molto utilizzato lungo tutto il fiume, a Imbersago, ai giorni nostri, è possibile vedere l’unico esempio funzionante.
Da questa località parte anche il battello elettrico Addarella che permette di scorgere le bellissime ville e l’oasi naturalistica del parco d’Adda. Una gitarella rilassante a bordo del battello consente di scorgere anche i veri abitanti dell’Adda ovvero la fauna lacustre fatta di pesci e particolari volatili.
Paderno d'Adda
Seguendo il corso del fiume, poi, si incontra la località di Paderno d’Adda. Qui dirigendo lo sguardo verso monte si vede la diga di Robbiate, con la centrale Elettrica Semenza. Guardando nella direzione opposta, verso valle, invece si intravede la forma inconfondibile del ponte di Paderno, un capolavoro di ingegneria completato nel 1889 e ancora percorso ogni giorno da auto e treni.
Questo ponte, dalle grandi arcate, è stato inaugurato nello stesso anno della Tour Eiffel, non è altrettanto famoso, ma è altrettanto bello, affascinante ed imponente. E’ unanimemente considerato come un vero e proprio simbolo dell’archeologia industriale in Italia e una delle più interessanti realizzazioni dell’ingegneria italiana nell’Ottocento. Guardarlo, immerso nella natura, concede all’occhio umano delle immagini da cartolina.
Trezzo d'Adda
Proseguendo ancora si incontra, più a sud, Trezzo d’Adda e la centrale Taccani. Questa centrale è stata costruita agli inizi del 1900 ed è situata proprio sotto la rupe del castello visconteo.
La struttura è molto interessante dal punto di vista architettonico, in quanto è rivestita in pietra locale e presenta dei lampioncini in ferro battuto stile liberty.
Vi consigliamo assolutamente la visita nelle domeniche di "centrali aperte" promosse da Enel. In queste visite è possibile scoprire i segreti, anche tecnologici, della struttura entrando nella sala delle turbine e negli "antri" più nascosti.
Il nostro itinerario termina poco distante, al villaggio operaio di Crespi d’Adda.
La prima cosa da fare arrivati a Crespi è dimenticare che stiamo vivendo nel 2015 e fare un salto indietro di quasi 200 anni.
Crespi d'Adda
Il Villaggio Crespi d'Adda infatti è una vera e propria cittadina completamente costruita dal nulla dal titolare dell’omonima fabbrica per i suoi dipendenti e le loro famiglie. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari, chiesa compresa.
In questo piccolo mondo perfetto il titolare "regnava" dal suo castello e provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei dipendenti: dentro e fuori la fabbrica e "dalla culla alla tomba", anticipando le tutele dello Stato stesso.
Tutti questi luoghi, mirabilmente conservati e tutelati dall’Unesco, sono visitabili. Le uniche due strutture non visitabili sono la casa padronale e la fabbrica, chiusa ormai da molti anni, mentre le case sono ancora abitate dai familiari succeduti ai primi dipendenti.
Questo tratto dell’Adda è una specie di museo a cielo aperto nel quale degli scenari naturali da togliere il fiato si integrano perfettamente con alcuni degli edifici di archeologia industriale più belli d’Italia.
Non perdete la possibilità di ammirare questa meraviglia.