Venezia, città di vizi e di affari, ma come in ogni città
eccentrica che si rispetti non potevano mancare i matti o, per lo meno, quelli
che venivano definiti tali.
Molti veneziani sanno che sono due le isole che furono
adibite a manicomi, “le isole dei matti” come siamo soliti identificarle,
quella di San Servolo e quella di San Clemente, nemmeno troppo lontane l’una
dall’altra, a dire la verità, in un certo senso quasi si guardano, dipende un
po’ da dove le si guarda.
San Servolo: il manicomio maschile
Il primo dei due è San Servolo, ma non è sempre stata sede
di un manicomio, anzi, inizialmente era un monastero benedettino femminile,
sicuramente tra il 764 e l’804, quando lasciò il posto ai monaci scacciati dai
Franchi, dal monastero di San Stefano ad Altino. Prima ancora di diventare un
manicomio, l’isola si trasforma in ospedale militare, dal 1716 fino al 1725,
quando viene registrato il primo paziente con problemi mentali. Il manicomio fu chiuso in seguito alla legge
Basaglia del 1978 e i 900 pazienti vennero trasferiti a San Clemente, che già
era noto per essere un manicomio femminile, convertito in ospedale psichiatrico
fino al 1992.
La visita è interessante, non so quanti di noi veneziani si
siano presi la briga di andarci, ma io ci sono stata e la consiglio vivamente.
La visita guidata è possibile grazie alla fondazione IRSESC e si divide in due
parti: la prima che mostra il meraviglioso giardino dell’isola, che sfoggia
alberi centenari anche se non proprio originari delle nostre terre visto che troviamo
piante dalla Cina e dalle Canarie, la seconda ci porta all’interno degli
edifici. Si visitano la sala anatomica,
ricostruita sulla falsa riga dell’originale, un’antica farmacia, dove a terra è
ancora possibile notare i segni dei mortai utilizzati dai farmacisti e stanze
in cui sono passati migliaia di pazienti. Impressionante la fila di schede, con
relative foto del prima e del dopo guarigione, dei malati. Fermatevi a
osservarli, prendetevi un minuto e focalizzate la vostra attenzione sul loro sguardo.
Se passate questo step, vedere i cervelli sezionati e studiati secondo le
teorie di Cesare Lombroso sarà un gioco da ragazzi!
L’isola di San Servolo è raggiungibile tramite la linea 20 del vaporetto che parte dalla fermata di San Zaccaria, vicino a San Marco.
San Clemente: il manicomio femminile
L’isola è attualmente sede di uno degli hotel lusso di
Venezia,
l’hotel 5 stelle St. Regis Venice San Clemente Palace ma fu fondata, nel 1131,
per mano di un tale chiamato Pietro Gattilesso, il quale ci costruì una chiesa
ed un ospizio per pellegrini. Per anni passò sotto diversi ordini di monaci
fino a che, nel 1645, fu rinnovato il convento. Successivamente, ma siamo già
intorno al 1873, diventò sede del “Manicomio Centrale Femminile Veneto”, con
un’ospite sicuramente più chiacchierata di altre: Ida Irene Dalser.
Forse non tutti sanno chi fosse, Ida fu la prima compagna
di Mussolini, anche se lui stesso non ufficializzò mai la cosa, soprattutto
perché dopo la guerra conobbe un’altra donna, Rachele Guidi, che presentò al
mondo come sua moglie. Ida era caparbia e rivendicava il suo diritto di
precedenza, oltre al fatto che aveva, nel mentre, avuto un figlio da Benito che
non volle mai riconoscere. Mussolini, cercando disperatamente di nascondere
ogni prova della sua precedente relazione, fece rinchiudere Ida a San Clemente,
dove morì nel 1937.
L’isola di San Clemente non è visitabile per ovvi motivi… beh, in alternativa, potete sempre pensare di regalarvi una notte in una delle strutture più esclusive della laguna veneta!
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