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Parchi a Milano: gli imperdibili 4
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A
Parco Sempione ci hanno dedicato già una canzone Elio e le Storie
Tese e un post la nostra Cabiria; certo lui è il parco milanese per eccellenza
ma Milano nasconde molti angoli verdi, più o meno conosciuti, dove
poter tirare il fiato dalle incombenze quotidiane e rilassarsi
all'ombra delle fresche frasche di un acero, un tiglio, un
ippocastano o magari un gingko biloba (quel meraviglioso albero con
le foglie a ventaglio originario della Cina, fossile vivente ed unica
specie ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae, il cui nome
deriva dai suoi semi, simili ad “albicocche d'argento”).
Ad alcuni di questi parchi e giardini sono legati tanti dei nostri ricordi: questa è la nostra personalissima classifica che condividiamo con voi aspettandoci di ricevere anche consigli, suggerimenti e ricordi legati a questi parchi.
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Parco Largo Marinai d’Italia
Il parco dove ho imparato ad andare in bicicletta ha una storia bella e particolare: qui sorgeva fino al 1848 un fortino, dove il generale Radetzky si asserragliò durante le Cinque Giornate di Milano. Nel 1911 vi si stabilì il mercato ortofrutticolo, sloggiato dal Verziere. Braccianti e agricoltori arrivavano da tutta Lombardia per vendere le loro primizie e dopo aver sbaraccato, verso mezzogiorno, andavano a rifocillarsi al bar Centrale, progettato a inizio Novecento in stile art nouveau. Nel 1965 il mercato fu spostato in via Lombroso e la palazzina che ospitava il bar rimase abbandonata fino al 1974, quando Dario Fo e Franca Rame vi insediarono la loro Comune, tempietto profano dell'arte e del teatro, simbolo forte della controcultura di quegli anni difficili. L'esperienza della Comune finì nel 1980, ma ancora oggi la Palazzina Liberty mantiene il suo spirito libertario ed è attualmente sede della Civica Orchestra di Fiati e della Casa della Poesia. Il parco, invece, è dedicato dal 1987 alla memoria di Vittorio Formentano, medico e fondatore dell'Avis (la scultura dei due corpi abbracciati dell'artista ungherese Eva Olàh ritrae infatti due donatori di sangue). Menzione d'onore per il monumento ai Marinai d'Italia caduti in guerra raffigurante la Vittoria alata e per la scenografica fontana che purtroppo è spesso a secco ma che, quando zampilla, è magnifica. Lo amiamo noi, lo amano i runner (secondo una recente indagine è in testa alle preferenze degli sportivi milanesi) e lo amano i nostri cani, che corrono come matti nelle tante aree del parco a loro dedicate. Il parco di Largo Marinai, sempre aperto, è compreso tra via Cadore, via Anfossi, viale Umbria e corso XXII Marzo ed è raggiungibile con il passante ferroviario alla fermata Dateo o con i tram 12, 27 e bus 73.
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Giardini della Guastalla
Ai tempi del liceo tutti i pomeriggi ci si trovava lì, in Guastalla: in quei giardini così elegantemente incastonati tra la circonvallazione, la Statale e l'ospedale Maggiore ho passato ore a chiacchierare, studiare e dormicchiare. È un luogo talmente sereno che ti rimette in pace col mondo, dove i pensieri sembrano ritrovare ordine e i problemi si fanno più piccoli. I giardini furono aperti al pubblico solo nel 1939, ma sono tra i più antichi di Milano: risalgono al 1555, anno in cui Paola Lodovica Torelli, contessa di Guastalla, fondò un collegio dedicato alle fanciulle nobili eppur decadute che, senza un'adeguata educazione, sarebbero potute finire sulla cattiva strada. Beate le Guastalline, che potevano godere di questo giardino segreto! Sono notevoli la peschiera barocca settecentesca, che in origine era alimentata dalle acque del Naviglio che scorreva sotto via Sforza ed era utilizzata come vasca per l'allevamento dei pesci, un'edicola raffigurante una Madonnina assistita dagli angeli, e un tempietto neoclassico dalle linee purissime. I giardini ospitano 183 alberi, tra cui una curiosa catalpa bignonioides ‘Walt’ dal tronco attorcigliato, altrimenti detta albero dei sigari.
Giardini di Piazza Leonardo Da Vinci
Non sono i più belli di Milano ma Piazza Leo, come viene affettuosamente chiamata dai frequentatori più assidui, è il cuore e l'anima di Città Studi. È il paesaggio umano a caratterizzarla: nugoli di studenti del Politecnico e delle facoltà scientifiche della Statale che in gruppi di due o di venti passano le ore buche sul prato, le corse esaltate dei neolaureati, il signore gentile che prepara le pizze nel suo camioncino, i ritardatari che si affrettano sui sentieri ciottolati per non perdere l'inizio della lezione. Qui abbiamo passato innumerevoli ore, tra picnic sul prato il cui menu era sempre lo stesso (due cuori, una baguette fragrante e un etto di pancetta coppata) e interminabili minuti prima degli esami, passati ripassando sulle panchine. C'è stato un periodo in cui la piazza si animava anche alla sera con dj-set e giocolieri, all'epoca dei botellon; ora è un po' che non ne organizzano più. Si arriva in Piazza Leonardo con la M2, fermata Piola, oppure con il 23 e la 62.
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Giardini Pubblici di Porta Venezia
Progettati dal Piermarini sul finire del Diciottesimo secolo sono ideali per passare una domenica tra natura e cultura: iniziate dal bellissimo Museo di Storia Naturale col suo fascino un po' decadente (i diorami sono vecchissimi, ma che meraviglia! E poi gli occhi gialli del triceratopo e le zampette del tirannosauro, lo scheletro di balena appeso al soffitto che sembra possa caderti in testa da un momento all'altro, i roditori impagliati...) e finite con uno sguardo sull’universo al planetario Ulrico Hoepli. A maggio non perdetevi il tripudio di fiori e colori messo in scena a Orticola, la mostra mercato floro-vivaistica amatissima dagli appassionati di giardinaggio alla ricerca di sementi rare e dalle signore della Milano bene che si divertono a sfoggiare cappellini dalle tonalità pastello manco fossimo al Chelsea Flower Show. I Giardini sono dal 2002 intitolati a Indro Montanelli, il quale era solito passare ogni giorno qualche minuto seduto qui su una panchina, prima di andare al lavoro in redazione al Giornale. Nel 2006 è stata inaugurata la statua in bronzo dorato a lui dedicata, che lo ritrae seduto su una pila di libri con la sua fedele Lettera 22 sulle gambe, concentrato e forse infreddolito nonostante il cappotto col bavero alzato. Si raggiungono con la M1, fermate Porta Venezia o Palestro. Già che siete in zona, fate una passeggiata fino al parco della Villa Reale: una vera chicca da non perdere.