Ci sono ristoranti a Roma che non hanno bisogno di presentazioni. Pur essendo nascosti, al limite dell’introvabile.
È il caso de le Colline Emiliane.
Non è un ristorante. È un romanzo. Lo aprite dalla vecchia copertina elegante, entrando dalla porta principale, nel romantico scenario di una ripida salita discesa scoscesa come solo Roma e Parigi possono offrire (in un contesto ottocentesco).
La vera atmosfera emiliana nel cuore di Roma
Siamo a metà di via degli Avignonesi. Al civico 22. Una tenebrosa nobile stradina di sampietrini sconnessi e lucidi che s’inerpica parallela a via Rasella, tra Piazza Barberini e il tunnel tra via del Tritone e via Nazionale.
L’ambiente stretto, eppure accogliente, vi scalda subito. Per colori, profumi e cortesia del personale.
A vista, avrete un nitido e pulitissimo laboratorio dove si preparano pasta e dolci fatti in casa. Il vero problema sarà costituito da cosa scegliere nel menù. Perché è tutto un trionfo di sapori e gusti, per forchette che ci sanno fare e che hanno rispetto reverenziale della cucina probabilmente migliore d’Italia. Quella emiliana.
Prima di essere serviti sarete poi introdotti nel piccolo mondo antico sulla storia del posto. “Tradizione, famiglia, qualità e artigianalità” sono i capisaldi della bandiera di questo posto così atipico per essere nel ventre della Roma burbera e spartana che il Marchese del Grillo ci ha insegnato a frequentare.
Le Colline Emiliane risalgono al 1931, conservano il nome ed i segreti della cucina anche con l'attuale proprietà dal 1967. La famiglia Latini custodisce gelosamente il lato artigianale della preparazione dei piatti e nella scelta degli ingredienti.
Paola ed Anna (aiutate dai mariti Massimo e Mauro) sono le due sorelle figlie del cavaliere Trento Latini e di Donna Onorina. Non smettono di onorare il nome che portano orgogliose sulle spalle. Rapidamente la fama si è propagata per le strade e i vicoli della Città Eterna, passando tra gli anni d’oro de La Dolce Vita (ci veniva Fellini) e giungendo fino ai nostri social media days.
Il menù
Cosa ordinare? Come detto non sappiamo da che parte cominciare con i suggerimenti. Antipasti, affettati che si squagliano in bocca (culatello, prosciutto, mortadella), cappelletti in brodo, tagliatelle come se piovessero, bolliti misti da tornare bambini, brasati…
Poi certo, se volete accettare la sfida del Giambonetto non esitate. Anche a voi chiederanno cosa ci riconoscete in particolare. E sorrideranno sotto i baffi mentre mettete insieme sensazioni sublimi di ghiottitudine condite da bicchieri rubino di Sangiovese.
Si tratta di uno stinco di vitello cotto nel latte ed impreziosito da una crema top secret. E’ la specialità della casa.
So che non sarà facile, poi, ma dovrete riuscire a tenere spazio per i dessert, anch’essi eccezionali. Preparati con una cura materna. Come la mousse di zabaione, la torta Engadina (noci e miele) o la torta crema, panna e lamponi.
Il prezzo non sarà quello di una trattoria media, ma nemmeno di un ristorante snob, nonostante sia citato dalla Guida Michelin. Tornandoci imparerete a non ordinare prima con gli occhi ed il naso che con lo stomaco.
Evitate di raggiungerlo in macchina se potete. Il parcheggio è una chimera da quelle parti.
Colline Emiliane - Via degli Avignonesi, 22
Tel. 06/4817538
Chiuso: Domenica sera e Lunedì
Metro: Barberini