Tutti sanno cos’è una gondola o per lo meno hanno
presente la sua forma sinuosa e il suo luogo di nascita, ma dietro alla
bellezza e all’eleganza che sfoggia solcando le acque veneziane c’è decisamente
molto di più.
Forse
non tutti i veneziani conoscono la sua storia, sicuramente, però, conoscono il
significato del suo “pettine” o “ferro di prua”, anche se noi veneziani amiamo
chiamarlo amichevolmente “el fero” (il ferro). Ogni mattone veneziano se
potesse parlare, avrebbe una storia e un aneddoto magari amoroso o qualche
leggenda da raccontare, così è anche la gondola, visto che nulla viene mai
lasciato al caso.
Un
quadro del 1500 ritrae una gondola, non come la conosciamo oggi, più corta,
meno elegante e più larga. Il ferro come lo
vediamo oggi era una semplice asticella di metallo, sia a prua che a
poppa. Con il passare degli anni le gondole si sono evolute; tra il 1600 e il
1700, infatti, diventa sempre più un mezzo privato utilizzato per i normali
spostamenti, e comincia ad assumere la forma attuale, con, anzi, un felze
(copertura in legno di noce, arricchita con drappi neri).
Venezia
è sempre stata conosciuta per il suo spirito libertino tanto che anche il
felze divenne luogo nel quale rifugiarsi per abbandonarsi ai piaceri della
carne, a conversazioni e giochi di carte. L’interno del felze era addobbato con
tappezzerie anche in raso, specchi, tappetti, braceri speciali, insomma, l’aria
che si respirava era quella di casa, per niente a Venezia si dice “barca xe
casa” (barca è casa), ed infatti, questi piccoli rifugi, lontani da sguardi
indiscreti, erano teatro di avventure proibite. Ecco spiegato anche il motivo
per il quale i gondolieri erano considerati parte della famiglia dai nobili,
dal momento che il loro orecchio era l’unico a poter assistere, per lo meno in
parte, a ciò che accadeva dietro i drappi.
Esiste
anche un canzone che testimonia, anche se in maniera giocosa, uno degli
utilizzi della gondola e dice
“E tiche-tiche-ti, ti ghe disi
"no"
ma mi so' che te bate el cuore,
tiche-tiche-tà, anca lu lo sa
che a Venessia l'amor se fa in gondoeta”.
Ma
veniamo a noi, svelando un paio di curiosità sulla gondola e sulla sua
andatura. Ebbene sì, fateci caso, mentre sinuosa solca le acque calme della
laguna, non è dritta come tutte le altre imbarcazioni. La sua struttura,
infatti, vira leggermente a destra, questo perchè il gondoliere rema solo da un
lato (la forcola si trova sul lato destro della poppa) e con i colpi di remo fa
sì che la gondola prosegua diritta. Il peso del gondoliere bilancia la
curvatura della gondola, ma la sua bellezza si nasconde anche in questo
“piccolo trucco”.
Un’altra
curiosità si cela dietro il suo colore nero, perchè i nobili veneziani, sempre
un po’ vanitosi e sicuramente poco ostentatori della loro ricchezza, si
divertivano e si sfidavano nell’ornare la propria gondola, mostrandola con
orgoglio nei canali in “passeggiata” oppure i così detti “freschi”, occasioni
di incontro e di mondanità (dopo le regate, per esempio, le imbarcazioni
appostate ai lati per seguire la gara, si riversavano al centro del bacino,
festeggiando). L’orgoglio veneziano nel mostrare la propria disponibilità di
denaro raggiunse livelli eccessivi, tanto che fu necessaria un’ordinanza che
vietasse l’addobbo delle gondole, stabilendo che dovessero essere solo ed
esclusivamente di colore nero.
Il
prezzo standard per un giro in gondola è di 80 euro, che diventano 100 se si
sceglie di farlo all’imbrunire. Non pensate sia un prezzo eccessivo, se si
pensa al tipo di esperienza che si va a vivere e ai numerosi itinerari
possibili. Se avete bisogno di schiarirvi le idee qui trovate le nostre info
sugli itinerari disponibili.
La
gondola è la donna del gondoliere, senza uno non esisterebbe l’altra e
viceversa, un amore imperituro che dura da secoli e che non morirà mai.
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