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Il Principe
di Sansevero di Napoli non godeva della stima di
tutti. Qualcuno lo accusava di
stregoneria; era visto come un uomo crudele che faceva rapire uomini e
bambini per poter fare su di loro esperimenti scientifici. Ma tutto resta
avvolto nel mistero e a noi non resta altro che supporre.
Nella
Cavea sotterranea della Cappella Sansevero sono, ancora oggi,
conservate le famose Macchine
anatomiche, ovvero gli scheletri di un uomo e di una donna in
posizione eretta, con il sistema artero-venoso quasi perfettamente integro. Le Macchine
furono realizzate dal medico e studioso Giuseppe Salerno,
sotto la direzione di Raimondo di Sangro. Non fu certo un esperimento fatto a
caso. Il Principe voleva, con queste sue macchine, aiutare i medici a non
indurli più in inganno durante le operazioni. Gli scheletri rappresentavano una sorta di atlante, una mappa del corpo
umano. A distanza di circa due secoli e mezzo, non si sa attraverso quali
procedimenti si sia potuto realizzare uno strumento tanto caro alla scienza.
Secondo quanto riportato ne “La Breve
nota”, una guida settecentesca della Cappella, i due apparati circolatori
sono rimasti intatti nel tempo grazie all’iniezione di una sostanza, creata in
laboratorio dal principe, che metallizzava le arterie. Con certezza sappiamo
che le ossa e i crani sono quelli di
veri scheletri umani. Fino a qualche tempo fa, ai piedi della donna era
posto anche un feto ed una placenta aperta. Dopo il furto, le macchine furono
trasferite in teche di vetro per evitare ulteriori danni.
Dal macabro al sacro. Raggiungiamo ora la navata centrale
per ammirare una delle meraviglie che ha fatto parlare di sé in tutto il mondo:
il Cristo Velato. È un’opera di
straordinaria bellezza, interamente in marmo. Se vi soffermate ad osservarla
per qualche istante sembra quasi che il Cristo si muova.
La realizzazione del Cristo velato fu commissionata dal
Principe di Sansevero ad Antonio Corradini. Tuttavia, a causa della morte
sopraggiunta, non riuscì a completare l’opera assegnata così allo scultore
Giuseppe Sanmartino. Avrebbe dovuto creare una
statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore
Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo
stesso blocco della statua. La sua bellezza è incentrata sul velo, quel velo
così leggero da poggiarsi soavemente sul volto del Cristo; quel velo che non
sembrerebbe mai di marmo. Ogni piegatura accentua la sofferenza del corpo
inerme e si adagia su un volto dolorante.
Un corpo morto ma che rivive per opera dello scultore: la vena gonfia sulla fronte, le trafitture
dei chiodi sui piedi e sulle mani sottili, il costato scavato. È come
se egli stesse tessendo una tela marmorea, in cui imprime tutti i suoi
sentimenti e valori. C’è in quel corpo una personificazione dello scultore tale
da sconvolgerlo. Ma un conto è raccontarvi la scena ed uno è assistervi.
Informazioni
utili: il museo è aperto, nei giorni feriali, dalle 9.30 alle
18.30; la domenica e festivi dalle 9.30 alle 14.00
Ultimo ingresso consentito fino a 20 minuti prima della chiusura. Chiuso
il martedì.
Il
costo del biglietto è di 7€ intero, 5€ ridotto dai 10 ai 25 anni compiuti;
gratuito per età inferiore a 10 anni.
Museo
Cappella SanSevero
Via Francesco De Sanctis, 19/21
Tel 0815518470
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