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I Mangiatòri e i Menù della Poesia a Torino e non solo
L’altra sera ero in centro, nel locale di un amico a mangiare una pizza. All’ombra della Mole,
in una (rarissima) serata serena, chiacchieravo con gli amici, quando a un
certo punto ho sentito declamare dei versi. Avete sentito bene, è il verbo
giusto: qualcuno stava declamando. I due – un ragazzo e una ragazza –
distribuivano dei veri e propri menù ai tavoli e sui menù c’erano… poesie. Al
prezzo di pochissimi euro, a Torino, puoi fermarti un attimo, e stare
semplicemente ad ascoltare dei versi, il tuo preferito: I ragazzi che si amano di Prevert, e poi ancora Baudelaire,
D’Annunzio, Trilussa, Foscolo, Quasimodo.
Il menù parte dai “piatti” della tradizione, passando per la golosa “gastronomia romana”, mentre magari si sorseggia una birra (di Bukowski). Alla fine si conclude con un sorbetto (al suon di Carmelo Bene) o un amaro (con Montale). Dal Menù della Poesia dei Mangiatòri si può scegliere un momento romantico, uno spiritoso, addirittura uno dedicato ai bimbi. Al volo, lasciando la pizza a metà, mi sono alzata e sono andata da uno di loro a chiedere un’intervista, ché una così bella occasione di capire chi fossero e come gli fosse venuta l’idea non me la potevo perdere.
Ho intervistato Anna Charlotte, che, a nome di tutti i Mangiatòri, mi ha raccontato la loro storia. E io la racconto a voi, e vi dico dove potete incontrarli quest’estate.
Com'è nata l'avventura dei Mangiatòri?
Volevamo trovare il modo di diffondere il teatro in luoghi non convenzionali, così quattro anni fa abbiamo iniziato quest'avventura. È nata come una sfida, tre di noi sono partiti un'estate alla conquista del Salento armati di papillon e dei primi menù, che a riguardarli oggi ci fanno quasi tenerezza, sono un cimelio da conservare: ogni chiazza d'olio è come una cicatrice di guerra. Poi pian piano abbiamo perfezionato il format, che è sempre in evoluzione; i menù oggi comprendono un repertorio molto più ampio e in costante aggiornamento, sono molto più curati dal punto di vista grafico, i componenti del team sono sempre più numerosi.. e sempre più bravi!
Arrivate tutti dal Teatro Stabile di Torino: quanto è reattiva secondo voi la città all'arte del Teatro?
Torino ha accolto la nostra iniziativa a braccia aperte, sfatando ogni luogo comune sulla chiusura dei suoi cittadini, e lo dico da Torinese! Mi viene da pensare che abbiamo una percezione di noi peggiore di come siamo realmente. O forse più semplicemente ci stiamo evolvendo, è indubbio che dalle olimpiadi la città stia diventando sempre più aperta, più europea. Il pubblico torinese è attento, raffinato, forse un po' diffidente all'inizio ma si lascia conquistare e stupire. E spesso stupisce anche noi, capita che i nostri fan ci scrivano ringraziamenti che ci colmano il cuore e ci restituiscono il senso del nostro mestiere.
Quanti siete e come è organizzato il vostro Tour estivo? Dove potranno ascoltarvi i lettori di GrouponMag?
Il gruppo ha due sedi: una a Torino, la culla del nostro progetto; l'altra è a Milano, dove stiamo preferendo una formula di Menù della Poesia come vero e proprio evento che coinvolge anche i gestori dei locali. A Torino siamo quattro: io (Anna Charlotte Barbera), Mauro Bernardi, Rocco Rizzo e Camilla Sandri. A Milano ci sono Marco Bonadei (fondatore del progetto) e Angelo Di Genio. Poi abbiamo diversi occasionali collabor-attori. Il tour estivo Menù della Poesia 2014 per me che ti scrivo dall'intercity inizia oggi; io e Mauro stiamo raggiungendo Marco e Angelo a Castiglione della Pescaia. Poi dalla Toscana ci sposteremo nel Lazio, poi in Campania, per chiudere in Puglia, dove rimarremo sino a fine agosto. È possibile seguire le nostre tappe su Facebook dove condividiamo con il nostro pubblico foto, suggestioni, e ovviamente poesie. A partire dal prossimo autunno invece riprendono le serate organizzate a Milano, e ci stiamo adoperando per creare degli appuntamenti fissi anche a Torino e abbiamo anche un sito.
Raccontateci come siete arrivati alla bellissima idea di "poesia alla carta".
Come ti dicevo, tutto è nato qualche anno fa da una vacanza al mare: ci siamo detti "adesso partiamo e recitiamo!", ma per un attore di parola non è facile trovare il modo per fare teatro di strada, devi fare i conti con un sacco di elementi che ostacolano la performance: la voce va amplificata, la gente magari è incuriosita ma difficilmente si ferma per più di una manciata di minuti, uno spettacolo vero e proprio è complesso da gestire, anche perché in Italia manca la cultura di questo tipo di arte. Allora è nata l'idea di portare il teatro a tavola, dove il pubblico è già comodamente seduto e pronto a godersi lo spettacolo. Lo abbiamo fatto attraverso la poesia perché ci piace e perché sapevamo che era il mezzo con cui avremmo potuto raggiungere un gran numero di persone. Per noi è diventata una vera e propria missione, e poi accadono cose che in teatro non potrebbero mai verificarsi, si instaura un contatto intimo con lo spettatore quindi è un'esperienza che arricchisce entrambi.
Vi ho visti a Torino, in un dehor del centro. Qual è secondo voi il quartiere più reattivo della città al vostro menù?
Torino è un'ottima piazza. Si aggiudica uno dei primi posti in classifica insieme a Lecce e Roma. Le zone dove lavoriamo meglio sono il Centro, il Quadrilatero e San Salvario; a seconda della zona e dei locali cambiano il pubblico e le fasce d'età, ma la risposta della gente è sempre meravigliosa. Le persone danno tanto, e ogni sera, anche quando siamo stanchi o affaticati dal "difficile vivere" (come scriveva Hesse), basta recitare un paio di poesie per riscoprire che l'energia torna subito a fluire con vitalità. Questo è merito di tutti coloro che si lasciano sorprendere dall'iniziativa, a volte ci invitano a bere un bicchiere di vino, le anime dialogano...