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Guida al vernacolo fiorentino: le espressioni più divertenti

DI: Alessandro Bertini |14 lug 2022

dialetto fiorentino

Non c'è dubbio che il "fiorentino" sia da considere un caso a sè stante rispetto agli altri dialetti presenti sul territorio nazionale e che la sua distanza dall'italiano sia minore in confronto alle altre aeree geografiche. Alla toscanità e alla fiorentinità linguistica è stato riservata la parola "vernacolo", anche se nemmeno l'Accademia della Crusca - l'istituzione linguistica più antica e probabilmente la più prestigiosa al mondo - non esclude completamente che entrambe possano essere considerate dei dialetti. Di sicuro c'è che il fiorentino non è caratterizzato solo dalla pronuncia spirantizzata, con la "c" aspirata o totalmente eliminata, ma ha dei termini tutti suoi che spesso non capiscono nemmeno i corregionali che abitano nelle province confinanti!

Qualche tempo fa vi avevo parlato dei "10 modi per riconoscere un fiorentino DOC" e di "8 luoghi comuni su Firenze e i fiorentini (tra ironia e realtà)", oggi invece voglio affrontare un altro tema:"Quando un fiorentino parla a ruota libera, siamo proprio certi che sia compreso da tutti?".

Tra tantissime espressioni colorite ne ho selezionate alcune sperando che anche a voi possano strappare un sorriso :). (Nel caso il sorriso sia una maschera che cela l'imbarazzo nel non aver capito niente di quel che si è appena letto, ho aggiunto una libera traduzione pseudo aulico-goliardica). Un ringraziamento ai vecchini della Casa di'Popolo che frequentavo da bimbo secoli fa quando esistevano ancora le ideologie di partito e alla mi'mamma.

vernacolo fiorentino

Le frasi e i termini fiorentini più divertenti... che nessuno capisce!

"Bada che te lo tiro ni groppone!" = "Fai attenzione che se mi fai arrabbiare ti scaravento addosso la prima cosa che mi capita tra le mani". (Il groppone, da groppa o dorso di animale, è la schiena).

"Eccolo! L'arria dopo i Fohi!" = "Complimenti, sei giunto quando tutto è già finito" (Un tempo la fiera del patrono San Giovanni si concludeva con il bestiame che veniva fatto saltare sopra i fuochi accesi, quindi arrivare dopo lo spegnimento dei fuochi significava perdersi tutta la festa).

"Tu mi sembri un ciuo che beve a boccia" = "La tua postura nel dissetarti ti contraddistingue per grazie ed eleganza". (I ciuo è l'asino, in Toscana "ciucho")

"Icchè c'ho scritto in fronte, Giocondo?" = "Mi hai preso per uno stupido?"

"Vorta la carta e peggiora!" = "Di male in peggio!" o "Dalla padella alla brace!"

"C'ha finiho di dare i'cencio in terra?" = "Hai terminato di lavare il pavimento e di passarci lo straccio?" (Il cencio in fiorentino è lo straccio).

"Se un tu'stai attento tu ne tocchi!" = "Occhio che se continui con la tua insolenza sarò costretto a riempirti di botte".

"Tu se'ganzo ummonte" = "Sei una persona veramente in gamba". (Ummonte è la contrazione di un monte, cioè "tanto", "parecchio"; ganzo è l'analogo fiorentino del "cool" inglese).

"Sai icchè? Un c'ho punta voglia" = "Sai cosa? Non ho per niente voglia!" (Punto o punta viene usato con il significato di "assolutamente no").

"Che bischero, ho preso una bella cantonata!" = "Che sciocco sono, ho preso fischi per fiaschi”.

dante alighieri

"Passami la granata" = "Passami la scopa". (Non siamo guerrafondai... In Toscana la granata è la scopa!)

"L'è tardi, dagli un bercio" = "Si sta facendo tardi, lo puoi chiamare?" (Berciare significa urlare).

"Quest'acqua l'è diaccia marmaha" = "Quest'acqua è così gelida che sembra di marmo". (Diaccia sta per ghiaccia).

"Che s'ha dì d'andà?" = "Allora, non ti sembra che sia giunta l'ora di andare?"

"Ma che ci sei o ci fai? T'ha daho di barta i'cervello?" = "Sei scemo o fai finta di esserlo? Ti si è rivoltato il cervello?"

"Tu'se'secco allampanato!" = "Sei così magro che ti si vede attraverso come fossi trasparente".

"Vaia vaia viaia.... ti do le paste quando voglio!" = "Ma per l'amor di Dio! Sono in grado di avere la meglio su di te in qualsiasi momento io voglia".

"Che l'abbozzi?" = "Vuoi smettere di fare quel che stai facendo?" (Abbozzare non significa fare una bozza ma terminare una cosa).

"Se unnè zuppa l'è pan bagnato!" = ("Qualunque sia l'angolazione del tuo punto di vista la sostanza rimane la stessa").

"E'ruba il fumo alle schiacciahe" = "E' così sveglio e in gamba da poter sottrarre il fumo dalle focacce appena uscite fal forno". (La schiacciata è la focaccia toscana all'olio).

"Peggio palaia!" = "Va così male che peggio non potrebbe andare". (Sembra che il modo di dire derivi da un imprecisato paesino toscano coinvolto in una faccenda andata alquanto male...)

"Un tu raccatti pallino!" = "Sei inconcludente". (Dal gioco delle bocce: chi ha in mano il gioco non consente all'altro di raccattare da terra il pallino e lanciarlo).

Tra quelli al limite della censura (ce ne sarebbero di esilaranti...!!!!):

“Icchè c'entra il culo con le quarant'ore?" = "Ma cosa dici? Quello che stai dicendo non c'entra proprio niente!"

"Accidenti a i'becco di topà e la m.... di tomà" = "Ti vorrei insultare fino alla quinta generazione ma mi limito a inveire contro quel cornuto del tuo babbo e quella buona donna della tua mamma che se la spassa con altri uomini". (Topà e tomà sono gli abbreviativi di "tuo papà" e "tua mamma")

"Eh sì... Bona Ugo!" = "Vabbè... buonanotte!" (Chi sia questo Ugo non si sa... ma viene tirato in ballo ogni volta che qualcuno cade dalle nuvole!)

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