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Bologna e i suoi canali sotterranei

DI: Valentina Cappio |19 feb 2015
Bologna e i suoi canali sotterranei

Osservando Bologna dall’alto, magari dopo aver scalato i 400 e passa gradini della Torre degli Asinelli, a nessuno verrebbe mai il sospetto che questa meravigliosa città – un tempo – assomigliava un po’ a Venezia. Per secoli, i suoi palazzi si sono affacciati su una fitta rete di canali, il cui sciabordare ha cullato il sonno di adulti e bambini e le cui acque hanno accolto imbarcazioni, mulini e lavandaie.

I canali furono creati artificialmente a fine 1100, deviando i fiumi Savena e Reno. Il motivo? L’acqua metteva in funzione le ruote dei mulini che, a loro volta, azionavano i filatoi degli opifici. Un sistema futuristico per quei tempi, che permise a Bologna di diventare una vera potenza economica grazie alla produzione della seta.

A fine ‘800 quasi tutti i canali vennero “tombati”, cioè interrati, per far posto alle strade; ma la Bologna delle acque sopravvive ancora oggi attraverso i numerosi corsi d’acqua sotterranei e ai nomi dati alle strade in loro onore: via del Porto, via delle Moline o Via Riva del Reno, giusto per citarne alcuni.

Se fate una capatina in Via Moline, nel cuore della zona universitaria, sentirete ancora il rumore dell’acqua che scorre. Ma, per uno scorcio davvero indimenticabile, immortalato da migliaia di macchine fotografiche, dirigetevi in via Piella: qui troverete una finestrella affacciata romanticamente sull’unico canale ancora visibile in superficie: il canale delle Moline.

Bologna Canali

Continuate l’itinerario puntando sugli affacci in via Capo di Lucca, in via Oberdan e in via Malcontenti. E, per un vero tuffo nel passato, fermatevi a prendere un caffè all’Opera Caffè e Tulipani, in Via Alessandrini n.7. Un locale in stile provenzale, il cui punto forte è la splendida terrazza affacciata sul canale: da qui riuscirete ad ascoltare il rumore dell’acqua che scorre, proprio come succedeva secoli fa.

Anche il canale Reno ha un breve tratto scoperto e ancora oggi visibile. Dovete dirigervi in via della Grada, nei pressi della Chiesta di S. Maria e S. Valentino di Grada, famosa perché al suo interno vi è custodita la reliquia del capo di San Valentino. Il nome della Chiesa, però, deriva da “grada”, una grata in ferro ancora oggi visibile che chiudeva il canale Reno, impedendo così a nemici e clandestini di entrare nell’antica Bologna.

Completate l’itinerario delle acque visitando il bellissimo Palazzo Pepoli Vecchio che ospita il Museo della Storia di Bologna. Una sala, la n. 20, è totalmente dedicata al ruolo dei canali nella vita economica e sociale della città.Ma, prima di entrare, soffermatevi sulle sue facciate e andate a caccia dei grandi anelli in ferro ancora attaccati alle pareti: un tempo, servivano per legare le barche e tenerle ancorate alla riva.

Per conoscere dettagli e segreti dei canali bolognesi, potreste infine partecipare ad una delle visite guidate organizzate dall’Associazione Amici delle Acque. Fino a qualche anno fa, era possibile visitare con loro anche il torrente Aposa, l’unico corso d’acqua naturale della città: un affascinante percorso di circa 800 metri nel sottosuolo di Bologna, ricco di storie e leggende. Purtroppo l’Aposa è chiuso dal 2011 fino a data da destinarsi. Non ci resta che aspettarne la riapertura, godendo – nel frattempo – delle altre affascinanti proposte dell’associazione, come la visita al mulino del Bentivoglio.

Per un’esperienza davvero fuori da comune, invece, vi consiglio l’Associazione Vitruvio che propone visite teatralizzate, adatte a tutti – grandi e piccini- alla scoperta della Bologna dei canali.

E per una pausa golosa, qui trovate tanti suggerimenti su dove mangiare e bere a Bologna.

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