I video delle telecronache storiche delle partite della Nazionale
I video delle telecronache storiche delle partite della Nazionale
DI: Andrea Samele |12 giu 2014
Momenti epici, grandi successi, batoste e delusioni sono entrati nelle nostre case grazie alle voci e alle parole dei telecronisti, narratori e compagni di avventura.
La delusione di Sudafrica 2010 non cancella l’emozione di quel “Mio Dio Fabio Grosso, mio Dio Fabio Grosso” con cui Marco Civoli al mondiale del 2006 accompagnò l’urlo del terzino della Nazionale per il gol in semifinale alla Germania padrona di casa.
Antipasto da batticuore per il rigore con cui lo stesso Grosso spedì pallone da una parte e portiere francese Barthez dall’altra nella finale che consegnò all’Italia il quarto titolo mondiale: “Il cielo è azzurro sopra Berlino”, gridava Civoli mentre il microfono di Fabio Caressa riuniva l’Italia-nazione con il suo “Abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene, perché abbiamo vinto, abbiamo vinto tutti stasera”.
Non prima di essersi tolto la soddisfazione di scortare il francese Zidane “sotto la doccia, sotto la doccia, sotto la doccia” per la famosa testata rifilata a Marco Materazzi.
Ma l’orologio del tempo non dimentica i primi successi targati Nicolò Carosio, che nel 1938 iniziava la favola della finale con il suo personalissimo C’era una volta, “Allo stadio parigino di Colombes, finalissima della Coppa del Mondo 1938 fra Italia e Ungheria”, prima del lieto fine con doppietta di Piola.
La telecronaca della Partita del Secolo, Italia-Germania 4-3 semifinale di Messico 1970, rappresentò la prova generale per Nando Martellini, che nell’immaginario collettivo conquista il palcoscenico al fischio finale dell’arbitro Coelho celebrando il Mundial azzurro del 1982 con il triplice “Campioni del Mondo”.
Tre volte ai calci di rigore si ferma la storia azzurra di Bruno Pizzul, testimone del gol con cui Maradona ipnotizza Zenga dopo l’errore di Donadoni a Italia ‘90, dei tiri verso il cielo con cui Baresi e Baggio consegnano al Brasile il Mondiale americano del ‘94 e ancora della clamorosa traversa di Di Biagio in terra francese nel ‘98. Tra i “partiti” a ogni calcio di inizio e i “batti e ribatti”, le carezze con cui “la palla si spegne a fondo campo” e i “Roberto” a ogni gol di Baggio, non può mancare il celeberrimo “Tutto molto bello”, vero marchio di fabbrica.
I fischi dell’arbitro Byron Moreno e il golden gol dell’allora attaccante coreano del Perugia Ahn Jung Hwan misero fine al Mondiale 2002 dell’Italia e Pizzul lascerà il posto a Marco Civoli e al suo dipinto color azzurro in quella notte estiva di Berlino.