Se c'è una cosa che a
Roma non mancherà mai è il cibo da strada. Dalla tradizionale squisita pizza
bianca riempita di "mortazza" profumata, al più elaborato supplì di
riso, passando per i tranci di pizza al taglio che imperano in città. Oggi l'offerta
"stradaiola" romana sembra conoscere una vera e propria impennata e
le novità etniche, regionali e gourmet richiedono un aggiornamento sempre
costante per stare al passo coi tempi.
Ma partiamo dalle
basi: se desideriamo assaggiare un supplì degno di questo nome possiamo davvero
sbizzarrirci dato che siamo nella sua capitale mondiale. Per noi i vincitori
sono quello della storica gastronomia Franchi nel quartiere Prati se cerchiamo
un sapore nostalgico, quello amatissimo e popolare di Sisini in piazza Re di Roma
a San Giovanni, ma anche le varianti golose e inconsuete di 00100Pizza a
Testaccio (pesto, porchetta, cacio e pepe) e i supplì "per
intenditori" di Supplizio, esperimento street dello chef Arcangelo Dandini
che si pregia di usare le tradizionali rigaglie di pollo come condimento.
Se invece la nostra
vocazione è pizzaiola di certo occorre provare la pizza gourmet di Pizzarium
firmata Gabriele Bonci (Trionfale), tenendo bene d'occhio grammi e portafoglio,
ma anche improvvisare qualche deviazione dal centro storico per assaggiare le
margherite semplici e oneste di Alberto (che le sforna dal 1968) sulla
circonvallazione Ostiense, o della pizzeria Quattro Stagioni di Salvatore,
vicino viale Marconi.
Come kebab difendiamo
da sempre il nome del mitico Alì Babà, meglio noto come il "kebabbaro di
Arco di Travertino", che con le sue porzioni abbondanti e l'infinità di
contorni sembra non avere rivali in città, ma anche il più sobrio ed elegante
Kebab (via Valenziani 14, Porta Pia), che si identifica più con l'idea di
ristorante arabo che con quella di puro e semplice asporto (ma non
preoccupatevi, i suoi tre spiedoni sono sempre in funzione). Menzione simpatia
anche per l'ormai famoso Ciro Kebab di Centocelle, che ha saputo creare un
piccolo impero aprendo diverse filiali della sua attività. Chi segue
un'alimentazione kosher potrà trovare asilo da Yesh Shenì grazie al suo
shawarma, ovviamente nel ghetto ebraico di Roma.
Se poi siete decisi a
"farlo strano", fatevi tentare dall'ormai internazionale Trapizzino (sempre
da 00100Pizza a Testaccio e ora anche a Ponte Milvio), ovvero una tasca di di
pizza bianca aperta e farcita con le tante specialità della cucina romana
pronte sui fornelli. O magari provate l'ebbrezza di mangiare una amatriciana
passeggiando, grazie alle innovative coppette di Spasso Food (Re di Roma) che
spaziano dai ravioli cacio e pere alle alette di pollo speziate.
E se ancora non vi
basta, non avete che da chiedere: c'è il chioschetto di Mordi e Vai nel nuovo
mercato di Testaccio che vi costringerà a mangiare due o tre ciabattine
riempite di trippa, picchiapò, allesso o polpette, e ci sono i cartoccetti di
patatine di Fries conditi con innumerevoli salsine, proprio davanti a San
Pietro. I buonissimi e leggeri fritti di FreeTTO (via Silvio Spaventa) che
spaziano dalle verdure pastellate alla crocchetta, chiudendo con il
tradizionalissimo filetto di baccalà fritto che trovate Dar Filettaro, nella
bellissima piazzetta Santa Barbara, poco distante da Campo de' Fiori.
Pur avendo
snocciolato nomi e indirizzi come se non ci fosse un domani ci rendiamo conto
che con questo piccolo promemoria siamo riusciti a coprire solo un terzo dei
nomi necessari a completare il panorama gastronomico street della capitale.
Bene, vorrà dire che dovremo scriverne (e assaggiarne) ancora, e ancora, e
ancora!
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