Il Tifosus Casalingus è una specie che solitamente evita lo stadio, considerato troppo lontano dai caratteri essenziali del proprio ecosistema prediletto, ovvero un divano, la tv e il telecomando. Vive la propria esistenza in solitudine o in piccoli gruppi, andando a caccia solo in questo caso di salatini, pop corn e patatine per poter sfamare i propri compagni. Il suo carattere e le sue abitudini evidenziano questi otto particolari tratti distintivi:
Scaramantico
Tende ad assumere una posizione ben precisa sul divano e a mantenerla inalterata per tutta la partita. Pensa infatti che ogni variazione della postura comporti un mutamento caotico del corso degli eventi tale per cui la sua squadra perderà e – ovviamente – sarà tutta colpa sua. Non è l'unico... a quanto pare!
Professionista
Non risparmia colpi di bacchetta ai telecronisti, rei di non conoscere alla perfezione la pronuncia del croato Gordon Schindelfeld, del camerunese Nicolas Nkoulou o dell’olandese Georginio Wijnaldum oppure di confondere sistematicamente i coreani Park Chu-young e Park Jong-woo.
Statistico
soprattutto se in gruppo, vuole dimostrarsi il tifosus dominante, sciorinando dati significativi come “è il trentaduesimo palo della storia dell’Italia ai Mondiali dal 1950 ad oggi” o “storicamente al minuto 67 soffriamo”.
Allenatore instancabile
Per lui non ci sono solo i 90 minuti, ma anche il prepartita e l’intervallo. Rivede le fasi salienti con altrettanta enfasi, improvvisandosi allenatore per correggere gli errori visti al rallenty, chiamare il fuorigioco alzando il braccio o protestando vibratamente agitando il telecomando.
Giustizialista
Che si vinca o che si perda, l’arbitro per lui è sempre in torto. Assimila concetti sentiti chissà dove e li fa propri, commentando episodi a suon di “c’è il contatto” o “è danno procurato”, “occupa spazio non suo” o “non c’è luce, non è fuorigioco”. Solitamente, accompagna ogni esclamazione con la parola #q@£f (censura), locuzione enfatica rafforzativa: “gli ha starnutito addosso mentre tirava, era rigore #q@£f!”.
Fatalista/speranzoso
Particolare evoluzione del tifosus che presenta spiccati lati statistici e scaramantici. Se la sua squadra si trova in vantaggio finge di deprimersi esclamando “ma tanto si sa che noi nel secondo tempo caliamo e che loro hanno segnato il 90% dei gol nella ripresa”, mentre se, al contrario, la sua squadra deve rimontare, animato da benaugurante ottimismo si lascia andare a un “sento che ribalteremo il risultato”.
Timido
Necessita di rassicurazioni dopo ogni risultato. Quindi non si perde nemmeno un minuto delle interviste del dopo gara, perché dopo un 4-0 subito deve sentirsi dire “la squadra tutto sommato ha giocato bene”, “siamo stati penalizzati dagli episodi” o “in queste manifestazioni, si sa, la fortuna ha un ruolo dominante”.
Sognatore
Con la testa sul cuscino ama domandarsi come sarebbe andata “se avesse convocato Roby Baggio”, “se il palo avesse mandato la palla in rete”, “se il libero fosse stato occupato” o “se non gli avesse starnutito addosso mentre tirava (#q@£f!)”.
E tu che tipo di tifoso sei, da divano o da spalti con tanto di pratica? Raccontacelo su Twitter o su Facebook!