Il Rendentore è festa cara a noi veneziani: sono passati secoli ma ancora si festeggia. Vero è che un po’ la tradizione vera e propria si è persa ma in generale si può dire che chi è nato nella città del leone di San Marco la sente ancora radicata profondamente nel cuore e non significa solamente uscire in barca, bere come delle spugne, vedere i fuochi e fare poi l’alba al Lido. E' un modo per trascorrere una giornata e una serata diverse.
L’ORIGINE e LA STORIA
La storia della Festa del Redentore ha le sue radici nel lontano 1576, quando i veneziani eressero la Chiesa del Redentore per ordine del senato, come impegno verso il Signore perché liberasse Venezia dalla peste che la mise in ginocchio tra il 1575-1577. Una volta che Venezia si riprese dalla pestilenza, i veneziani decisero di festeggiare con ricorrenza annuale la festa del Redentore in segno di eterno grazie.
DOVE VEDERE I FUOCHI
La festa è ormai famosa in tutto il mondo per lo spettacolo pirotecnico che costringe migliaia di persone con il viso all’insù per una buona mezzora. Vederli dalla barca sarebbe perfetto ma sappiamo bene che chi non ce l’ha deve muoversi con largo anticipo per poterla noleggiare.
Io fin da piccola sono andata in Riva degli Schiavoni, munita di sacco delle immondizie per potermi sedere per terra durante l’attesa, altrimenti anche in fondamenta alle Zattere o in punta della Dogana. I punti strategici sono più o meno questi, ma ormai si fa a gomitate un po’ dappertutto.
Si può benissimo vederli anche dal Lido, e il “botto” ancora si sente, oppure dal Parco San Giuliano di Mestre per chi vuole evitare la marea di gente, ma c’è da dire che non è assolutamente la stessa cosa. Vedere i fuochi d’artificio del Redentore vuol dire tapparsi le orecchie per il rumore e aprire la bocca per lo stupore, sperare che non finiscano mai.
DOPO I FUOCHI
Dopo i fuochi c’è una tradizione tra noi giovani veneziani ed è quella di andare al lido e passare la nottata in spiaggia. C’è chi se ne va in discoteca, chi invece con il sacco a pelo si distende sulla sabbia e con un paio di bicchieri di vino aspetta l’alba, chi crolla per la stanchezza dormendo sotto le stelle. Bisogna dire la verità, c’è anche chi se ne torna a casa a dormire ma è sempre meglio muoversi una mezzoretta dopo la fine dei fuochi, quando ormai la maggior parte della gente se n’è andata lasciando le calli un po’ più libere.
La festa del Redentore non è solo un’attrattiva per i turisti: noi veneziani, anche se pochi rimasti, la difendiamo a spada tratta perché è un segno di storia, è un modo per ricordarci cos’era Venezia un tempo e non dimenticare che ora è ancora la nostra città e non un parco giochi per cinesi e giapponesi. La Festa del Redentore non è solo fuochi d’artificio, è passare una giornata insieme agli amici, perché tutto nasce prima delle 23 davanti ad una tavola dove ognuno ha messo qualcosa di suo, dove chi era l’addetto al vino non si è limitato ad un paio di bottiglie di bianco o rosso, e dove le risate fanno da contorno ad una serata che si prospetta lunga ma, senza dubbio alcuno, veramente meravigliosa.
(Foto di Topo e Alessio Mazzocco)