Nel
viaggio fatto per raccontarvi dei luoghi dove si può comprare e bere
té a Milano, mi sono imbattuta nell'Associazione
Urasenke, che dal 2004 riunisce tutti gli appassionati milanesi
interessati alla cerimonia del tè. Potevo resistere al richiamo di
un rito millenario, che si ripete, ogni settimana, sui Navigli?
Ovviamente no! Quindi mi sono lasciata trasportare dall'entusiasmo e
sono andata alla ricerca della cerimonia magica, quella che ti fa
uscire dal tempo e che ti riporta in pace con te stesso. Una volta
trovata, me la sono goduta fino in fondo ed ora cercherò di
trasmettere anche a voi la voglia di provarla.
Quando
si entra nella stanza adibita alla cerimonia, l'interno è
completamente vuoto, come vuole la tradizione. Ci si siede in
ginocchio, appoggiando tutto il peso sui talloni, una posizione non
certo comoda, ma è quella che necessariamente ogni partecipante deve
tenere.
Gli
oggetti utilizzati vengono portati dentro la stanza uno alla volta,
seguendo sempre lo stesso percorso, avanti e indietro. Vengono
disposti tutti in un ordine preciso per poi iniziare a far bollire
l'acqua. Ogni movimento delle braccia è sempre circolare, mai
forzato, mai rigido. Tutto avviene in modo molto naturale, ogni gesto
deve essere leggero e pieno di grazia.
Si
scalda la tazza e la si pulisce di fronte all'ospite (in realtà è
già pulita, ma in questo modo si dimostra attenzione verso chi sta
partecipando alla cerimonia). Quindi la si riempie con la polvere
verde di tè matcha, si aggiunge l'acqua e si utilizza un frullino in
bambù per mescolare. Il sapore non è affatto quello a cui siamo
abituati, è molto aromatico e intenso e, appena si assaggia, si
scopre una consistenza schiumosa, non liquida e trasparente come ci
si aspetterebbe. Un gusto decisamente unico.
Come
detto, gli oggetti non sono posizionati a caso ed ognuno di essi ha
un compito non solo estetico, ma anche funzionale: la ricerca
estetica, pur presente, non è fine a sé stessa.
Vivere
per la prima volta questa cerimonia non è sicuramente facile e, in
effetti, neppure per me lo è stato. Ad un certo punto le mie gambe
hanno ceduto e, non riuscendo a mantenere la posizione, prima di
perdere completamente ogni sensibilità mi sono messa a gambe
incrociate, suscitando una risata generale degli altri partecipanti
più esperti, che si sono comunque detti stupiti del fatto che avessi
resistito così a lungo. Ovviamente il mio imbarazzo in quel momento
è salito ai massimi storici ma d'altra parte la resistenza alla
fatica fisica non è mai stata il mio forte. In ogni caso, vi ho
raccontato questo aneddoto soprattutto per farvi capire che i
movimenti e le posizioni che bisogna mantenere durante la cerimonia
non sono naturali, ma lo diventano solo con l'esercizio e la
dedizione. Chi decide di intraprendere il percorso per imparare la
cerimonia del tè deve quindi essere preparato al fatto che è molto
duro ma assolutamente appagante.
A
cerimonia conclusa, infatti, quello che rimane è la sicurezza di
aver vissuto un'esperienza sensoriale che porta pace interiore e
alleggerisce lo spirito.
Associazione
Urasenke
Ripa di Porta Ticinese, 53
Telefono: 3398864044
[N.d.R. Una volta terminata la cerimonia del tè siete alla ricerca di un ristorante giapponese davvero unico a Milano? Allora potete cercare tra le nostre offerte oppure leggere il nostro magazine e nello specifico gli articoli dedicati a Casa Ramen, Yoshi e ai migliori ramen cittadini.]