Non ho mai visto nulla di più bello!
Questo è stato il mio primo commento appena entrata nella Cappella Sansevero.
Esagerata? No, affatto. Quelle statue, i marmi, i colori brillanti,
l’atmosfera, il fascino del mistero: tutto è ancora impresso nella mia mente.
Ho avuto l’occasione di visitare il Museo
Cappella Sansevero.
San
Gregorio Armeno è un vero gioiello dell’arte barocca napoletana. Qui sono
custodite opere di straordinaria bellezza, volute da Raimondo di Sangro
Principe di Sansevero.
Primo Gran Maestro
della Massoneria napoletana, il Principe era un uomo dotato di grande
intelligenza; non si fermava alle apparenze ma in lui ardeva il fuoco della
conoscenza. Dedicò la sua vita a sperimentazioni nei più disparati campi delle
scienze e delle arti, dalla chimica all’idrostatica, dalla tipografia alla
meccanica, raggiungendo risultati che apparvero “prodigiosi” a quei tempi.
Raimondo di Sangro divenne così un vero e proprio mito. A testimoniarlo anche
l’iscrizione riportata sulla sua lapide: “Uomo
straordinario predisposto a tutte le cose che osava intraprendere; celebre
indagatore dei più reconditi misteri della Natura”.
Ogni angolo del museo è frutto di una sua invenzione. Da
notare il soffitto, un arcobaleno di colori così limpido e brillante da non
essere scalfito dai segni del tempo. La volta, nota anche come Gloria del Paradiso, fu realizzata da
Francesco Maria Russo, utilizzando però i colori preparati appositamente dal
Principe con bile, vescica, urina ed interiora di animali. Fu l’inventore anche
della pittura oloidrica. Sapeva colorare il marmo in
modo tale che i colori lo penetrassero “da banda a banda” e non rimanessero
solo in superficie; realizzò perfino marmi artificiali. Raimondo di
Sangro scriveva e creava utilizzando simbolismi. I segreti delle sue invenzioni
sono morti con lui.
La prima navata, all’ingresso, rappresenta il culmine delle
sue doti, tra nicchie e sepolcri. Qui il Principe volle immortalare le donne
della famiglia di Sangro, dedicando ad ognuna di esse una statua. In onore di Giovanna di Sangro è l’Amor
divino. Un giovane avvolto in un mantello guarda
verso il cielo e ha nella destra un cuore fiammeggiante: viene
così esaltato l’amore per Dio della nobildonna. La Sincerità è dedicata, invece, alla
moglie di Raimondo di Sangro, Carlotta Gaetani. Una donna bella ed elegante che
regge nella mano sinistrauncuore e nella
destrauncaduceo, simboli l’uno di amore
e carità, l’altro di pace e
ragione.
Disinganno, dedicata da Raimondo di Sangro al padre Antonio. Dopo
la morte della moglie, Antonio abbandonò suo figlio per cercare evasione
altrove. Condusse una vita disordinata ed impura finchè, in vecchiaia, tornò
sulla retta via facendo rientro a Napoli. L’uomo è raffigurato avvolto in una
rete, simbolo del peccato. Al suo fianco un angelo intento a liberarlo, mentre indica il globo terrestre
ai suoi piedi, simbolo delle passioni mondane; al globo è
appoggiato un libro aperto, la Bibbia, una delle tre
“grandi luci” della Massoneria. Ciò che mi ha colpita nell’osservare
questo blocco di marmo è constatare che perfino la rete fosse di marmo. Non
credette ai suoi occhi nemmeno un soldato tedesco che, durante la guerra, sparò
un colpo di pistola per verificarne l’autenticità. Ancora oggi è visibile il
colpo inflitto.
Posto al centro della navata vi è il Cristo velato, una delle opere più misteriose al mondo. La sua
bellezza è tale da meritarne un post a parte.
Informazioni utili:
il museo è aperto, nei giorni feriali, dalle 9.30 alle 18.30; la domenica e
festivi dalle 9.30 alle 14.00
Ultimo ingresso consentito fino a 20 minuti prima della chiusura. Chiuso il martedì.
Il costo del biglietto è di 7€ intero, 5€ ridotto dai 10 ai 25 anni
compiuti; gratuito per età inferiore a 10 anni. Essendo un museo privato all'interno è vietato fare foto. Le foto di questo articolo sono tratte dal sito ufficiale.
Museo Cappella SanSevero
Via Francesco De Sanctis, 19/21
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