Vi ricordate il post su
Napoli Sotterranea? Questo è l'ideale completamento ovvero come ripartire da dove ci eravamo lasciati: parlando del teatro romano, anzi dei suoi resti, da
visitare per scoprire e riscoprire la vera Napoli.
Dalla minuscola abitazione del signor Vittorio (il
vascio, in dialetto), modesta, con armadio, un mobiletto e qualche quadro, spostando il letto e aprendo con una corda una botola si accede alla “summa cavea”, l’anello superiore della gradinata del teatro dove, nel 64 d.C., si esibì Nerone in uno spettacolo canoro che nemmeno il terremoto riuscì a interrompere. Al contrario, egli, così fiero di sé, credette che il fenomeno naturale fosse l’applauso degli Dei.
Le mura del teatro sono esempio dei vari insediamenti. Si nota sulle pareti tufacee la presenza di opus compositium e opus reticulatum. Venivano realizzate mura in pietra squadrata, con sistemazione reticolare per attutire i colpi del terremoto ed evitare il propagarsi dell’onda.
Addentrandosi sempre più nel cuore dei resti, si ammira un’arcata corrispondente all’ingresso del teatro. Pensate che fino a pochi anni fa, ignari di tale patrimonio, questo luogo, situato al di sotto di un condominio, veniva utilizzato come garage per motorini. Ci troviamo in Vico Cinquesanti.
Quest’ala del teatro portata alla luce è solo una minima parte di un tesoro immenso ancora da scoprire: i lavori attualmente sono fermi, proprio perché su di esso poggiano centinaia di case e potrebbe verificarsi un crollo a seguito di scavi.
E sono proprio i vasci la particolarità più importante di questa zona di Napoli: case comuni, a livello strada, che si aprono su un mondo sotterraneo tutto da esplorare e che ancora oggi custodisce segreti millenari. Maggiori informazioni sul
sito di Napoli Sotterranea.