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I Quartieri Spagnoli, quei vicoli di Napoli che sanno di autentico

DI: Mena Santoro |17 dic 2014
I Quartieri Spagnoli, quei vicoli di Napoli che sanno di autentico

“A Napoli le case si innalzarono fino ai quinti e sesti piani, le strade si restrinsero sempre più… furono inoltre popolate le soffitte e i sotterranei, si formarono i bassi e i fondaci… E le comunicazioni tra i vari quartieri divennero sempre più difficili. Uno scendere e un salire continuo, per le disuguaglianza del suolo; strade che sono lunghe scalinate e portano a grandi altezze…”. Ecco come Gabriella Guida, autrice del libro “Napoli in salita e discesa”, descrive il centro storico partenopeo dove andare per una passeggiata, partendo dai Quartieri Spagnoli.

Un labirinto di stradine che si estende tra la collina del Vomero e Via Toledo, un concentrato di cultura, tradizione e napoletanità” vicoli larghi pochi metri, palazzi uniti da fila di panni stesi e colorati; bancarelle di negozianti capaci di inventare le soluzioni più creative per esporre i propri prodotti. A metà tra una kasbah araba ed il Barrio Gotico di Barcellona, i cosiddetti quartieri bassi rappresentano quasi uno spazio caotico, in cui sembra non esserci confine fra abitazioni e strade.

I Quartieri Spagnoli sono facilmente raggiungibili sia con la Funicolare di Montesanto, sia addentrandosi da uno dei qualsiasi vicoli che si diramano da Via Roma o Via Toledo. Gironzolare tra i bassi significa lasciarsi avvolgere dal profumo del ragù o delle pietanze dei ristoranti esotici.

Quartieri Spagnoli a NapoliSfido chiunque a non fermarsi al KuKai, il miglior ristorante giapponese a Napoli. E’ ubicato in Via De Cesare, a pochi metri da Piazza Trieste e Trento. La struttura è essenziale ma la cucina davvero ottima, a partire dalle fave di soia al burro, la tempura di pesce e verdura, il sushi, l’ebi ten roll, ovvero gamberoni in tempura con avocado in salsa di soia e mele. Il tutto accompagnato dallo Shiro, un vino campano pensato appositamente per accompagnare i cibi nipponici.

“’Ncopp’e quartieri”, a Montecalvario, invece, si trova la famosa Trattoria da Nennella. Giunti nella sala ristorante sembra di ritrovarsi sul set di una sceneggiata napoletana. Un’intera famiglia pronta a servire i propri clienti, ciascuno con un ruolo ben definito: c’è chi recita il menù a voce (ebbene sì, non esiste quello cartaceo), chi fa accomodare la clientela ai tavoli, chi “acala ‘o panaro” perché è l’ora delle mance ai camerieri. Aperti sia a pranzo (dalle 12 alle 14) che a cena, il menù è vario: si va dall’antipasto tipico napoletano, con crocchè, arancini, salumi, olive, ai primi piatti, come pasta e patate con la provola, pasta e fagioli, pasta e ceci, spaghetti olive e capperi, minestra di scarole e fagioli, vermicelli con i lupini, la genovese; ai secondi, con baccalà, polpette, mozzarella.

Nei Quartieri Spagnoli si conoscono tutti. Viene quasi da sorridere quando s’incontrano bambini che giocano lungo le scale e vecchietti che si danno appuntamento a qualsiasi ora del giorno posizionandosi con tanto di sedia all’uscio della propria abitazione. Vere e proprie “riunioni condominiali” avvengono dinanzi agli occhi di tutti, sia d’estate che d’inverno. Qui l’accoglienza è di casa. Le porte sono sempre aperte e spesso, tra un turista curioso e un napoletano “spione”, si becca anche la nonnina che t’invita a bere un caffè con le amiche!

C’è chi, invece, si diletta a raccontare ai passanti storie e leggende di Napoli. “Ma tu a cunusce a Santarella?” Maria Francesca delle Cinque Piaghe, patrona dei Quartieri Spagnoli e delle donne sterili, visse in Vico Tre Re a Toledo, dove ora sorge un piccolo santuario a lei dedicato. Secondo la leggenda, la donna possedeva il carisma della profezia.

Uno scenario inverosimile quanto i palazzi fatiscenti. A renderli originali ci hanno pensato Cyop e Kaf, realizzando ben 223 murales nei vicoli dei Quartieri. Stupefacente anche la segnaletica, scritta a mano dai residenti: si va dai numeri civici ai passi carrabili. Una vera e propria autogestione!

Tra ristoranti, trattorie, boutique e scale si raggiunge la Pignasecca, un mondo di voci, colori e cartelli con la scritta “svendita” in ogni angolo. E’ qui che sorge il più antico mercato di Napoli. Aperto dalle 8 alle 13, gli ambulanti vendono di tutto: cd, borse, abiti, biancheria; ma anche frutta, verdura e pesce fresco, tutto a prezzi imbattibili.

Nei Quartieri si sale e si scende. Si va su fino alla Certosa di San Martino grazie alla Pedamentina che costeggia orti e giardini. Si va giù fino al sottosuolo con l’ingresso alla Napoli Sotterranea. Da  vico S. Anna di Palazzo, infatti, si può accedere alle cavità dell’acquedotto del Carmignano.

Basta imboccare un qualsiasi vicolo dei Quartieri per comprendere il motivo per cui  il grande Raffaele Viviani ambientasse le sue opere in questo mondo meraviglioso quanto surreale dove sono stati ambientati anche film, specie nel passato.

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