Il binomio estate – mare non vale per tutti. Chi infatti detesta le spiagge affollate, i materassini che si bucano a riva, ma si sgonfiano quando sei al largo e i figli che si impanano di sabbia un minuto prima di tornare a casa, di solito preferisce optare per una fresca e tranquilla vacanza in montagna, dove il massimo imprevisto che può accadere è sporcarsi di polenta i pantaloni.
Ma dietro al vacanziere di montagna si nasconde un individuo molto più furbo di quanto si possa pensare. La massima soddisfazione di chi si dirige verso quote più elevate infatti non riguarda solo il fresco di cui si gode nei giorni più afosi, ma anche, anzi soprattutto, tornare a casa più abbronzati di chi è stato sulla riviera romagnola a lottare per un fazzoletto di spiaggia libera.
Ebbene sì, tutti coloro che sostengono che in montagna non ci si abbronza di più che al mare, dovranno ricredersi e arrendersi all’evidenza. Se il vostro vicino tornerà dalla Svizzera color cioccolato, state pur certi che non è il frutto di un’alimentazione monotematica.
Ma perché questo mito è confermato? La scienza viene in aiuto dei miscredenti fornendo una spiegazione semplice ed efficace. Più si sale in quota e più l’atmosfera che notoriamente ci protegge dai raggi UV diminuisce, aumentando così il potere abbronzante del sole. Certo, si può conquistare un colorito dorato con facilità, purché si utilizzino le corrette protezioni; il sole in alta montagna è molto forte e occorre proteggere adeguatamente anche gli occhi, spesso i primi a risentire del riverbero della luce.
Quest’estate dunque si potrebbe approfittare di centri termali in montagna, come Bormio o Pré Saint Didier, per indossare il bikini e unire un po’ di sano relax a una tintarella da invidia. Mentre i più sportivi possono optare per gite in mountain bike o lunghe camminate, purché poi agli amici mostrino solo braccia e mezze gambe, altrimenti in costume l’effetto sarà decisamente imbarazzante.