Dopo la dichiarazione d'amore a Bari, non potevo non raccontarvi in breve cosa, secondo me, permette a tutti, in tutto il mondo, di identificare un barese. Un post ironico in tema con l'arrivo della bella stagione...
Alla domanda “di dove sei?”, risponde “di Bari” o “di Baarr”, mai con un “di Beri”. La frase “aaaahhh quindi sei di Beri!” porterà il suo sangue a ribollire e a maledire tutti i fan di Lino Banfi.
Vive in funzione del sole. Al primo raggio, che sia anche gennaio e ci siano 5°, raggiunge i luoghi che gli ricordano l’estate: il Chiringuito, Pane e Pomodoro o Torre a Mare. Occhiali da sole, caffè al ghiaccio e sedia puntata in direzione dei raggi UVA, UVB e UVC: benvenuta estate.
Lo stabilimento Peroni è lì, che svetta alle porte della città, come un totem per una tribù d’indiani. Il barese beve SOLO Peroni, rigorosamente sudata e a una temperatura il più vicino possibile allo 0, perché si sa, il rischio congestione rende tutto più eccitante. Mai, mai nominare in sua presenza queste due parole: Raffo e Dreher.
Aspetta il 7/8/9 maggio per: sentirsi autorizzato a bere litri di Peroni, stendere in onore di San Nicola il più grande e lungo tappeto di lupini su manto stradale mai visto al mondo, mangiare con orgoglio il panino con i gnumaridd alle fornacelle del Lungomare rischiando puntualmente ogni anno malattie scomparse nel dopoguerra (se non sapete di cosa sto parlando allora leggete questo post di Ornella).
Sushi? Roba da femminucce (anche se funziona per qualcuno a Bari!)! Fin dalla più tenera età è addestrato a nutrirsi di polpi crudi, ricci, cozze e allievi, rigorosamente puri... vade retro limone! Sviluppa in questo modo gli anticorpi che gli permettono di mangiare il sacro “crudo di mare” fino alla fine dei suoi giorni. Evita accuratamente tutto ciò che è cotto: nuoce gravemente alla salute.
La curva nord dello Stadio San Nicola è il suo habitat, gli insulti a Matarrese il suo credo, il Caffè Borghetti il suo nettare divino.
Non è propriamente un cinefilo, ma alla domanda "Sabbìn ste nudd p’ me?" inizierà a recitare a memoria tutte le battute del film "La capa gira" e, come impossessato dallo spirito di Carmelo Bene, continuerà con quelle di “Mio cognato”.
Per il barese dai 18 ai 35 anni, l’estate è sinonimo di Chiringuito. Si trasferisce lì, dalle 18 alle 4.00, tutti i giorni da aprile a ottobre, sfidando una delle sue paure più grandi: il lancio nell’acqua putrida ad opera di simpatiche e pacifiche bande di ragazzini. Prima e unica cosa da mettere in salvo: l’iPhone.
Orgoglioso della propria città, ha fatto del detto "Se Parigi avesse lu mer sarebbe na piccola Bar’" il proprio credo. Bari è la città più bella, più felice e più accogliente del mondo: ci crede fermamente e potreste facilmente trovarlo in giro per il mondo a criticare una delle sette meraviglie.
Arrivato all’età della pensione ha 2 possibilità: giocare a burraco in qualche circolo di classe o giocare a tressette su qualche tavolo brandizzato Peroni nei posti più impensabili (dal mercato del pesce a Piazza Mercantile).
Tra il serio e il faceto ribadisco l'ovvio: essere baresi ci piace... no?(Foto di Roller Coaster Philosophy, Saggio Cialtrone, Annabelle Orozco)
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[n.d.r. se volete trovare cose da fare a Bari per amarla ancora di più, per sperimentarla da un diverso punto di vista potete dare un'occhiata a questo link e trovare ispirazione!]